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Agenti Teratogeni
I teratogeni sono quegli agenti chimici, fisici o biologici che
danneggiano direttamente il feto a dosi innocue per la madre.
Fra i possibili effetti teratogeni vi sono lo sviluppo di un tessuto
o di un organo anormali, la comparsa di malfunzionamenti metabolici
e la manifestazione di ritardi mentali. Alcune anormalità
possono essere così lievi da non avere virtualmente ripercussioni
sull’organismo, altre invece sono talmente gravi da causare
inevitabilmente la morte del feto o del nascituro.
La pericolosità di questi agenti non si limita al differente
potere teratogeno o al tempo totale di esposizione, ma è
strettamente dipendente dalle circostanze dell’esposizione
durante lo sviluppo fetale. Ogni apparato durante lo sviluppo
attraversa un periodo critico durante il quale è particolarmente
suscettibile all’azione dei teratogeni. Per gli esseri umani,
la maggior parte di questi momenti critici cadono fra la terza
e la dodicesima settimana di sviluppo fetale; in questo periodo
il feto è più suscettibile alla loro esposizione.
Successivamente
l’azione
dei teratogeni comporta l’insorgenza di anormalità
solitamente meno gravi.
Fra
le sostanze teratogene riconosciute o sospette vi sono le diossine,
il mercurio organico, il talidomide, il chinino ed il fumo di
sigaretta. In effetti, se è generalmente sconsigliato
il fumo a tutti, per quanto riguarda le donne incinte la cosa
è espressamente vietata (ed allo stesso modo è
da evitare anche il fumo passivo).
Da
notare che alcune sostanze tossiche possono compromettere lo
sviluppo del bambino anche dopo la nascita, pur non essendo
propriamente dei teratogeni. Queste sostanze esercitano i loro
effetti durante i primi anni di vita, prima che i vari sistemi
corporei abbiano concluso il loro sviluppo. Un esempio è
dato dal piombo che, quando viene ingerito od inalato da un
bambino, può arrestare la crescita del sistema nervoso
centrale e causare dei problemi permanenti nell’apprendimento.
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