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Lo Smog Fotochimico
Lo smog fotochimico è un particolare inquinamento
dell’aria che si produce nelle giornate caratterizzate da
condizioni meteorologiche di stabilità e di forte insolazione.
Gli ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili (VOC),
emessi nell’atmosfera da molti processi naturali od antropogenici,
vanno incontro ad un complesso sistema di reazioni fotochimiche
indotte dalla luce ultravioletta presente nei raggi del sole;
il tutto porta alla formazione di ozono (O3),
perossiacetil nitrato (PAN), perossibenzoil nitrato (PBN), aldeidi
e centinaia di altre sostanze. Tali inquinanti secondari vengono
indicati col nome collettivo di smog fotochimico perché
sono generati da reazioni chimiche catalizzate dalla luce e costituiscono
la componente principale dello smog che affligge molte città
ed aree industrializzate. Questo particolare smog si può
facilmente individuare per il suo caratteristico colore che va
dal giallo-arancio al marroncino, colorazione dovuta alla presenza
nell’aria di grandi quantità di biossido di azoto.
I composti che costituiscono lo smog fotochimico sono sostanze
tossiche per gli esseri umani, per gli animali ed anche per i
vegetali, inoltre sono in grado di degradare molti materiali diversi
per il loro forte potere ossidante. |
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Sullo
sfondo è ben visibile la cappa di smog
fotochimico dal caratteristico colore dovuto alla
presenza del biossido di azoto. La foto è
stata scattata a Seattle (USA). |
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Da
notare che il termine smog deriva dall’unione di due
parole inglesi: smoke (cioè fumo)
e fog (nebbia). Inizialmente questa parola
faceva riferimento esclusivo ad un tipo di inquinamento
particolarmente diffuso nel passato: lo smog industriale,
detto anche smog classico. Questo smog, di colore grigio-nerastro,
era frequente nelle ore prossime all'alba, in condizioni
di bassa insolazione, bassa velocità del vento e
temperatura prossima a 0°C; quindi era più comune
nella stagione autunnale ed invernale. Veniva prodotto quando
il fumo ed il biossido di zolfo liberati nel corso della
combustione del carbone si combinavano con la nebbia ed
era talmente tossico da provocare decine di migliaia di
morti ogni anno. A partire dagli anni ’50, l’utilizzo
di altri combustibili fossili e di altre fonti energetiche,
come la nucleare o l’idroelettrica, ha ridotto di
molto la frequenza e la gravità dei fenomeni di smog
industriale.
In ogni caso l’impiego dei vari combustibili fossili
costituisce ancora un pericolo per la salute dell’uomo
e per l’integrità dell’ambiente a causa
della possibilità che si instauri il fenomeno dello
smog fotochimico, la forma d’inquinamento più
diffusa nelle grandi città del pianeta. |
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