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Fonti degli Ossidi di Zolfo
Le emissioni naturali di biossido di zolfo sono principalmente
dovute all’attività vulcanica (circa 20 milioni di
tonnellate l’anno).
Le emissioni antropogeniche rappresentano più di 150 milioni
di tonnellate all’anno e sono dovute principalmente ai processi
di combustione dei combustibili fossili e liquidi (carbone, petrolio,
gasolio); oltre il 90% del biossido di zolfo viene prodotto nell’emisfero
Nord.
Il carbon fossile ha un contenuto di zolfo che varia dallo 0,1
al 6% e il petrolio greggio dallo 0,05 al 4,5%. Oltre il 90% dello
zolfo presente nel combustibile viene trasformato in biossido
di zolfo (lo 0,5-2% viene trasformato in anidride solforica ed
il resto rimane nelle ceneri sotto forrma di solfati).
Rilevanti sono anche le emissioni nei processi di produzione dell’acido
solforico, nella lavorazione di molte materie plastiche, nella
desolforazione dei gas naturali, nell’arrostimento delle
piriti, nell’incenerimento dei rifiuti; l’apporto
inquinante dato dalle emissioni dei mezzi di trasporto appare
invece trascurabile.
L’emissione di biossido di zolfo in Italia è approssimativamente
dovuta per il 5% al riscaldamento domestico, per il 40% ai processi
industriali comprese le combustioni e per il 50% alla produzione
di energia elettrica ad opera delle centrali termoelettriche;
assieme le altre sorgenti contribuiscono per un valore pari al
5%.
Da notare che i combustibili a basso tenore di zolfo non sono
facilmente disponibili e i processi di desolforazione sono costosi.
Solo una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica
sul problema delle piogge acide negli ultimi anni, sembra stia
spingendo verso interventi nel settore. |
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Pur
essendo notevolmente diminuite dagli anni ottanta, le emissioni
di biossido di zolfo permangono estremamente elevate:
più di un milione di tonnellate all'anno. |
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