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Valutazione dell'efficienza dei sistemi di
abbattimento a combustione
La capacità di valutare i problemi durante un’ispezione
sul campo dipende essenzialmente dalla strumentazione di controllo
di cui è fornito il sistema. La maggior parte dei grandi
impianti presenta una ricca strumentazione, invece quelli più
piccoli possono averne una ridotta all’osso. Quindi, dopo
aver valutato il rispetto dei limiti di legge delle emissioni,
dovrebbero essere controllati i vari parametri fondamentali che
definiscono l’operatività generale del sistema per
vedere se vi sono degli scostamenti dai valori di routine e per
capire se vi è una perdita di efficienza nell’ossidazione
dei composti inquinanti.
Anche
se questi sistemi di abbattimento vengono utilizzati per eliminare
gas che generalmente non possono essere visti, l’opacità
al camino è ancora un utile parametro di ispezione.
In ogni caso, la misura più diretta del rendimento è
la concentrazione dei vapori organici nel flusso d’aria
in uscita, nei combustori di solito misurata a valle dello scambiatore
di calore. Concentrazioni molto elevate in
uscita potrebbero essere la conseguenza di varie cause
diverse: una bassa temperatura di combustione, problemi a carico
dei bruciatori, una miscelazione inadeguata delle massa d’aria,
una ridotta permanenza nella zona di ossidazione, una riduzione
dell’attività del catalizzatore o un corto circuito
all’interno dello scambiatore di calore a causa di un intasamento
o di un cedimento strutturale.
Se vi è un monitor analizzatore installato permanentemente,
bisogna valutare l’affidabilità dei dati raccolti
come parte della procedura generale di verifica dell’efficienza
del sistema. La valutazione include un’ispezione delle condizioni
e dell’integrità del sistema di campionamento ed
una verifica della portata del campione d’aria che deve
essere esaminato. Oltre a questo, dovrebbero essere valutate le
frequenze e le procedure di calibrazione, nonché le registrazioni
relative.
Se non c’è un analizzatore fisso, allora le misure
delle concentrazioni degli inquinanti devono essere effettuate
tramite un analizzatore portatile. Comunque è necessario
utilizzare un sistema di diluizione per impedire che l’alta
temperatura possa danneggiare gli strumenti. Dato che questi analizzatori
hanno una limitata capacità di aspirazione, le misurazioni
devono essere effettuate nella porzione del condotto di uscita
che presenta una pressione interna positiva.
Sia gli analizzatori fissi che quelli portatili possono fornire
delle indicazioni accurate della concentrazione in uscita quando
sono calibrati per specifici composti presenti nel flusso d’aria
trattato; spesso per effettuare queste calibrazioni si utilizzano
così dei gas di riferimento come il metano, il propano,
l’esano o il 1,3 butadiene.
Il
parametro operativo più importante per valutare il rendimento
di un combustore termico è la temperatura in uscita del
flusso d’aria trattato. Questa viene sempre monitorata dato
che viene utilizzata per controllare l’erogazione del combustibile
ai bruciatori. Delle temperature inferiori alla norma implicano
una diminuzione nella distruzione dei contaminanti dato che aumentano
di conseguenza i tempi di reazione. Inoltre, quando la temperatura
scende sotto i 700°C, le condizioni di equilibrio fanno sì
che l’ossidazione del carbonio porti alla formazione di
monossido di carbonio, più che di anidride carbonica.
Per
valutare il rendimento di un combustore catalitico si prendono
in esame sia le temperature in entrata che quelle in uscita, dato
che la differenza di temperatura è direttamente relazionata
all’ammontare di vapori organici che vengono distrutti.
Vi è la possibilità, comunque, che vi sia una diminuzione
di questa differenza perché ci sono meno vapori organici
contaminanti in entrata; per questo la situazione dovrebbe essere
valutata mediante l’utilizzo di un analizzatore portatile
o magari fisso, già installato allo scopo di individuare
il limite inferiore di esplosività.
Una diminuzione nella differenza di temperatura può anche
manifestarsi se vi è una perdita dell’attività
del catalizzatore, dato che in questo modo vengono ossidati meno
composti organici. Se viene monitorata in continuo anche la temperatura
in uscita, allora le registrazioni dovrebbero essere esaminate
per individuare le escursioni di temperatura maggiori, dato che
queste potrebbero danneggiare il catalizzatore o il sistema dello
scambiatore di calore a valle.
L’aumento
della temperatura nel flusso d’aria da trattare lungo lo
scambiatore di calore fornisce un’utile indicazione delle
sue condizioni fisiche. L’accumulo di particolato nello
scambiatore di calore riduce l’efficienza di trasferimento,
cosa che comporta una richiesta supplementare di combustibile
per mantenere alte le temperature.
Un
altro parametro molto utile è la portata dei flussi in
entrata ed in uscita. Una diminuzione delle portate in entrata
può essere relazionata ad una diminuzione nella raccolta
dei contaminanti alla sorgente; una diminuzione in uscita sta
generalmente ad indicare che ci sono delle perdite o delle fughe
nell’impianto.
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