Formazione dello Smog Fotochimico
La formazione dello smog fotochimico consiste in una sterminata
serie di reazioni che possono dar luogo a centinaia di composti
diversi. In ogni caso per meglio comprendere molti meccanismi
che regolano questo complesso fenomeno è bene focalizzare
l’attenzione su poche reazioni fondamentali.
In
genere, le condizioni che comportano il manifestarsi dello smog
fotochimico si innescano durante il traffico di prima mattina
quando le emissioni degli scarichi degli autoveicoli delle persone
che vanno al lavoro contribuiscono all’aumento della presenza
in atmosfera di idrocarburi e ossidi di azoto (monossido e biossido).
L’azione della luce del sole causa allo stesso tempo la
fotolisi del biossido di azoto in monossido di azoto e un radicale
ossigeno (NO2+luce del sole —>
NO+O). Questa reazione avviene molto più velocemente
man mano che aumenta l’irraggiamento solare.
Gli atomi di ossigeno che si formano nel corso di questa reazione
possono poi reagire con le molecole di ossigeno presenti nell’aria
per produrre l’ozono, incrementando così i livelli
di ozono a livello del suolo (O+O2 —>
O3).
L’ozono a sua volta può reagire con l’ossido
nitrico per produrre biossido di azoto e ossigeno (O3+NO
—> NO2+O2).
Queste tre reazioni costituiscono il cosiddetto ciclo
fotostazionario dell’ozono e, di per sé,
mantengono la concentrazione dell’ozono ad un livello
stabile e non inquinante tramite un equilibrio dinamico. Il
ciclo fotostazionario avviene solamente in presenza della luce
del sole, di notte l’ozono viene infatti consumato nel
corso di altri processi.
L’ozono
può anche degradarsi per azione della luce UV e, assieme
ad altre sostanze presenti nell’aria (come l’acido
nitroso e la formaldeide) subisce fotolisi in un processo che
comporta la produzione di radicali ossidrile (OH). I radicali
OH reagiscono con gli idrocarburi volatili e gli ossidi di azoto
presenti nelle emissioni di scarico degli autoveicoli formando
varie sostanze come le aldeidi, i nitrati organici e gli idrocarburi
ossidati (ROx). Gli ROx possono reagire con il monossido di
azoto provocando l'aumento della concentrazione di biossido
di azoto (NO+ROx —> NO2 + altri
prodotti). La formazione di biossido di azoto tramite una via
che non implica la rimozione dell’ozono troposferico (tipica
del ciclo fotostazionario), fa sì che la concentrazione
dell’ozono aumenti, fino al raggiungimento di valori che
possono risultare tossici. Parte del biossido di azoto può
reagire con vari idrocarburi volatili per formare composti chimici
tossici come il perossiacetil nitrato (PAN).
Il risultato di tutte queste reazioni consiste in quello che
viene definito smog fotochimico. Man mano che compare lo smog,
la visibilità diminuisce per l’effetto di deviazione
della luce provocato dagli aerosol che si formano.