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Gli effetti sull'ambiente dello Smog Fotochimico
Gli effetti ambientali dello smog fotochimico sono particolarmente
evidenti sui vegetali. Lo smog diffuso su grande
scala comporta infatti una diminuzione della produttività
agricola, una resa minore dei raccolti ed una diminuzione nella
qualità dei prodotti. Le foglie, avendo un rapporto superficie/volume
molto elevato, assorbono attraverso gli stomi quantità
relativamente alte di inquinanti che determinano danni ingenti
soprattutto in loco. Le sostanze presenti nello smog fotochimico
possono ridurre o addirittura bloccare la fotosintesi, diminuire
la velocità di crescita ed anche limitare la riproduzione.
Da notare che i danni si manifestano anche a concentrazioni minori
di quelle dannose per l’uomo; tanto per fare un esempio,
una concentrazione pari a 0,1 ppm di ozono può ridurre
la fotosintesi del 50%. Le piante diventano poi più suscettibili
all’attacco di insetti e parassiti vari, più sensibili
alla mancanza dei nutrienti e meno resistenti alle avverse condizioni
climatiche. L’azione dello smog fotochimico può anche
verificarsi senza che si possano notare dei danni visibili, al
termine del periodo di crescita si nota comunque un calo nella
biomassa della pianta.
Le sostanze più imputate sono l’ozono e soprattutto
il perossiacetil nitrato (PAN), un composto che non era mai stato
individuato prima che fosse studiata la composizione dello smog
fotochimico.
L’ozono,
il principale inquinante secondario, può danneggiare
diversi composti, può causare il deterioramento delle
gomme e delle plastiche, una
riduzione nella resistenza dei composti tessili
ed il danneggiamento delle vernici. L’ozono
può anche danneggiare opere d’arte e libri,
per cui vari musei e librerie hanno da tempo preso delle precauzioni
per minimizzarne gli effetti.
Tutte le altre sostanze presenti nello smog fotochimico hanno
degli effetti più o meno pronunciati a carico dell’ambiente,
ma la loro presenza è solitamente di importanza secondaria,
anche se non si possono escludere vari effetti sinergici.
Per questa loro minore importanza, quando si parla di smog fotochimico
si fa spesso riferimento alla sola presenza dell’ozono,
trascurando così (erroneamente) l’esistenza di
centinaia di altri composti potenzialmente dannosi.
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