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Diffusione dello Smog Fotochimico
Lo smog fotochimico è apparso per la prima volta a Los
Angeles negli anni ‘50, quando il fenomeno del traffico
cominciò a crescere esponenzialmente: questa città
fu la prima a costruire le grandi autostrade e a sviluppare la
propria politica dei trasporti più sul parco macchine privato
che non sui trasporti pubblici. Al giorno d’oggi fenomeni
di smog fotochimico avvengono in molte altre città, fra
cui Mexico City, San Paolo, Santiago del Cile, Tokyo, Sydney,
Milano e Bangkok; tutte metropoli localizzate in zone che presentano
spesso un grande inquinamento da traffico veicolare, alte intensità
luminose ed elevate temperature (le condizioni ottimali per la
formazione dello smog fotochimico). Lo smog risulta più
diffuso nelle aree a grande densità abitativa proprio perché
in queste zone risultano maggiori le emissioni che liberano nell’aria
gli idrocarburi incombusti e gli ossidi di azoto, composti che
ne rappresentano i precursori.
Il fenomeno può essere più frequente nelle città
alle basse latitudini, caratterizzate da un clima particolarmente
caldo; le città più a nord sono invece più
soggette allo smog solo nei mesi estivi.
Le grandi città localizzate nelle valli sono più
a rischio perché in queste zone le masse d’aria possono
rimanere stagnanti anche per lungo tempo.
In ogni caso, sulla base della topografia della zona interessata
e della direzione del vento predominante, lo smog fotochimico
ha la capacità di spostarsi dall’area di produzione
fino a centinaia di Km di distanza, colpendo così non solo
ambienti urbani e suburbani, ma anche aree distali.
Purtroppo, dato che le reazioni che portano alla formazione dello
smog fotochimico sono molto complesse, e visto che la sua diffusione
è legata alle condizioni meteorologiche, risulta molto
difficile prevedere l'evoluzione e la distribuzione geografica
e temporale del fenomeno e prendere di conseguenza i dovuti provvedimenti. |
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