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La diffusione del Radon
Mentre la concentrazione del radon nell’aria del sottosuolo
può raggiungere dei valori estremamente elevati, in casi
eccezionali anche di alcune centinaia di migliaia di Becquerel
per metro cubo, la concentrazione di questo gas all’aria
aperta è notevolmente più bassa. In effetti una
volta liberatosi dal terreno viene rapidamente disperso in atmosfera
dove supera raramente il valore di qualche decina di Becquerel.
Una situazione di pericolo si può invece verificare in
tutti quei casi in cui questo naturale fenomeno di dispersione
viene ostacolato. Per ovvi motivi la concentrazione di questo
gas può raggiungere dei livelli molto elevati nelle miniere
sotterranee (le morti per cancro polmonare fra i minatori sono
5 volte superiori alla media della popolazione).
In ambienti chiusi come gli edifici la concentrazione è
solitamente il triplo di quella esterna e corrisponde in media
a 78 Bq/mc (in Italia), anche se in certi casi alcuni ambienti
possono presentare una concentrazione di radon superiore ai 1000
Bq/mc, più del doppio della soglia di intervento. Solitamente
i luoghi più a rischio sono quelli posizionati a ridosso
del terreno; i piani superiori degli edifici presentano delle
concentrazioni di radon notevolmente più basse, via via
minori man mano che aumenta la distanza dal suolo.
Il
radon penetra negli edifici attraverso le crepe o le aperture
presenti nelle fondamenta, attraverso le tubature o le giunture
dei muri. Il gas radioattivo che può penetrare è
di solito direttamente proporzionale alla quantità che
viene liberata dal terreno. Tanto maggiore è la permeabilità
del suolo, tanto più radon verrà liberato all’aria
aperta; un terreno gelato, impregnato d’acqua o coperto
dalla neve libera una quantità di radon molto inferiore
a quella che fuoriesce da un terreno secco. Anche le condizioni
ambientali esterne possono influire: in inverno, ad esempio,
le case presentano una temperatura interna superiore a quella
esterna, l’aria tende quindi a penetrare all’interno
dell’edificio ostacolando così la dispersione nell’ambiente
del radon. Sono state rilevate quindi delle variazioni di concentrazione
periodiche, sia stagionali che giornaliere, influenzate sia
dalle temperature del suolo e dell’aria, che dalla pressione
atmosferica o da eventi meteorologici come la pioggia o la neve.
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