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Effetti delle piogge acide sulla visibilità
La visibilità viene generalmente considerata come sinonimo
di “range visivo”, intendendo la distanza più
lontana alla quale si può vedere un oggetto scuro e di
grandi dimensioni stagliarsi contro il cielo all’orizzonte.
Diversi fattori possono condizionare la distanza alla quale una
persona può vedere attraverso l’atmosfera:
le proprietà ottiche dell’atmosfera;
l’ammontare e la distribuzione della luce;
le caratteristiche dell’oggetto osservato;
le proprietà dell’occhio umano.
La
visibilità viene ridotta per l’assorbimento e la
riflessione della luce dovuta sia alla presenza dei gas che delle
particelle nell’aria. In ogni caso, è la riflessione
della luce causata dalle particelle il fenomeno più importante
che determina una diminuzione della visibilità.
In condizioni atmosferiche limpide una persona è in grado
di vedere anche a distanze di diverse centinaia di Km (tanto per
fare un esempio si dovrebbero vedere delle montagne poste anche
a 200-300 Km di distanza).
Nel caso in cui ci si trovi in un ambiente inquinato la visibilità
si può ridurre a meno di 10 Km.
I solfati ed i nitrati che si formano nell’atmosfera a partire
dalle emissioni di biossido di zolfo e di ossidi di azoto contribuiscono
in modo determinante alla diminuzione della visibilità.
Si ritiene che nelle aree a forte industrializzazione e nelle
zone limitrofe le particelle di solfato siano responsabili per
il 50-70% del fenomeno.
Il tutto è difficile da quantificare perché molti
fattori possono contribuire, e fra questi soprattutto l’umidità
ed il particolato carbonioso oppure quello originato dal suolo.
Comunque si ritiene che la causa principale di questi episodi
sia l’acido solforico derivato dalle emissioni di SO2
che, reagendo con i composti alcalini presenti nell’aria,
forma varie particelle fini, per lo più di solfato d’ammonio
e di solfato di calcio. |
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