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I vari riferimenti sperimentali e non
La valutazione della pericolosità di una sostanza viene
effettuata sulla base di un gran numero di dati raccolti. Ovviamente
più sono le fonti a disposizione e maggiori sono le possibilità
di valutare se effettivamente è pericolosa.
Sicuramente i dati più utili derivano da studi clinici
sperimentali condotti sugli esseri umani. In questo caso è
sempre possibile relazionare direttamente le concentrazioni, l’esposizione
e le dosi agli effetti che si manifestano sulle persone, comunque
i relativi esperimenti sono sempre molto costosi e devono sottostare
a complicate problematiche legali ed etiche, per cui vengono raramente
attuati.
Molto utili sono le ricerche epidemiologiche, studi che valutano
la manifestazione e la distribuzione di una determinata condizione
fisiologica in una data popolazione, assieme ai fattori che influenzano
questa distribuzione. Questi studi hanno il vantaggio di esaminare
un gran numero di soggetti in condizioni di esposizione reali,
anche se, solitamente, mancano di dati certi inerenti le dosi
e le concentrazioni, essendo spesso condotti dopo l’esposizione.
Inoltre i grossi periodi di latenza che spesso si presentano fra
l’esposizione e la comparsa degli effetti non permettono
di stabilire una certa relazione di causa-effetto, data la mancanza
di un controllo effettivo su un gran numero di variabili non direttamente
relazionabili alla statistica.
Gli studi in vitro sono quelli condotti al di fuori di un essere
vivente, ad es. su cellule o tessuti in coltura. Questi studi
si rivelano molto utili per determinare se una sostanza è
genotossica e cancerogena e presentano l’importantissima
caratteristica di essere meno costosi degli studi condotti sugli
organismi viventi. Purtroppo offrono solo una grezza approssimazione
di quello che avviene nell’intero organismo quando viene
esposto alla sostanza in esame.
Gli studi condotti sugli animali rappresentano forse la principale
fonte di informazione. In genere gli esperimenti vengono condotti
sui ratti o sui conigli perché sono poco costosi, molto
facili da gestire e ben conosciuti sia per quanto riguarda il
loro background genetico che la suscettibilità alle malattie;
solo in rari casi si utilizzano animali più evoluti, ad
es. le scimmie quando si vuole valutare la tossicità a
carico dell’apparato riproduttivo (dato che è molto
simile a quello degli esseri umani).
Quasi sempre, gli animali vengono esposti agli agenti da valutare
nella stessa modalità di esposizione alla quale può
sottostare l’uomo, per esempio soprattutto inalatoria se
si vuole valutare la tossicità degli inquinanti aerodispersi.
In ogni caso, tutti i risultati ricavati devono essere necessariamente
estrapolati, in quanto i dati che sono ottenuti dalla sperimentazione
animale, rapportati agli esseri umani, presentano un’incertezza
significativa da prendere sempre in considerazione nella valutazione
finale (ed in alcuni casi l’incertezza è veramente
alta).
I test animali permettono di ricavare vari riferimenti tossicologici,
fra i quali:
il CL50 (concentrazione letale mediana) e cioè
la concentrazione di sostanza che si rivela letale per il 50%
degli organismi usati in un test di tossicità per un certo
tempo di esposizione;
il DL50 (dose letale media), la dose che determina
la morte del 50% degli animali testati;
il CI50, la concentrazione che provoca il 50%
di inibizione di un dato parametro, per esempio la crescita;
il DE50 (dose efficace mediana), la dose con
la quale si ha una risposta nel 50% dei soggetti;
la Dose Soglia, e cioè la dose sotto la
quale non si manifesta tossicità;
il LOAEL (Lowest Observed Adverse Effect Level),
la più bassa concentrazione di una sostanza alla quale
si osservano effetti nocivi;
il LOEL (Lowest Observed Effect Level), la più
bassa concentrazione di una sostanza alla quale si osservano effetti
(infatti non tutti gli effetti dovuti all’esposizione sono
nocivi);
il NOAEL (No Observed Adverse Effect Level),
la più alta concentrazione di una sostanza alla quale non
si osservano effetti nocivi;
il NOEL (No Observed Effect Level), la più
alta concentrazione di una sostanza alla quale non si osservano
effetti.
I riferimenti animali LOAEL, LOEL, NOAEL e NOEL vengono poi rapportati
agli esseri umani in modo tale da avere anche gli equivalenti
umani. |
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