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Le principali difese del corpo
L’apparato respiratorio opera lo scambio dei composti gassosi
fra l’ambiente e l’interno dell’organismo; come
tale, rappresenta un comodo punto di entrata per i numerosi agenti
pericolosi che possono presentarsi dispersi nell’aria. Per
impedire che queste sostanze interferiscano con i processi vitali,
si sono evoluti diversi sistemi di difesa.
Il
tratto respiratorio, con le sue curve e svolte, è in grado
di intercettare gran parte del particolato aerodisperso prima
che possa raggiungere la parte più profonda dei polmoni,
e cioè la zona dove potrebbe arrecare i danni maggiori.
L’aria che penetra nel naso passa attraverso un esteso sistema
filtrante ricoperto di muco, peli e passaggi circonvoluti. La
forma delle cavità nasali fa sì che l’aria
in entrata turbini e ciò permette il massimo contatto con
il muco. Le
particelle inalate che non vengono intrappolate nella ragione
nasale possono essere facilmente catturate quando l’aria,
penetrando dal naso, fa una curva di 90° fino alla parte posteriore
della gola prima di entrare nella trachea. L’efficacia che
ha questa regione nel bloccare anche i microrganismi inalati,
risulta evidente se si pensa all’elevata incidenza dei mal
di gola.
Sotto la trachea, le vie aeree sono caratterizzate dalla diminuzione
continua dei diametri e dall’aumento delle diramazioni,
le quali danno l’opportunità di far impattare le
particelle sulle pareti di questo tratto respiratorio. Il corpo
ha anche un meccanismo congenito che permette il restringimento
delle vie aeree: è chiamato broncocostrizione e permette
di aumentare le probabilità che il particolato inalato
venga in contatto con le pareti del sistema respiratorio.
Per
mantenere l’efficienza nello scambio dei gas non basta la
semplice cattura delle particelle inalate, bisogna anche rimuoverle
dal tratto respiratorio. I tre meccanismi specializzati nella
rimozione del particolato sono:
starnuti e colpi di tosse, il sistema di eliminazione mucociliare
e i macrofagi alveolari.
Gli starnuti servono ad espellere dalla regione nasale il materiale
irritabile. La tosse rappresenta invece un meccanismo riflesso
che serve la faringe, la trachea e la parte superiore dei bronchi.
Un colpo di tosse ben riuscito può sia rimuovere direttamente
gli irritanti dal corpo, che farli finire in un punto dove possono
essere rimossi sputandoli o inghiottendoli. Un colpo di tosse
può anche essere volontario, ma in questo caso non sarà
mai vantaggioso come uno riflesso.
Il
sistema di asportazione mucociliare si basa sul movimento del
muco provocato dal moto dalle cilia, estensioni simili a capelli
presenti sulla superficie di alcune cellule. La parete interna
del sistema respiratorio è tappezzata dal naso fino ai
bronchioli più piccoli da cellule ciliate. Tutte queste
cilia compiono un movimento verso la faringe, facendo sì
che lo strato di muco sovrastante si sposti ad ondate. Tutto quello
che finisce intrappolato nel muco può così raggiungere
un punto dove può essere sputato od ingerito. Sia l’ammontare
di muco che la velocità di eliminazione del materiale può
aumentare nei periodi in cui vi è un incremento di deposizione
degli inquinanti nelle vie aeree.
Malgrado
tutti questi sistemi fisici e meccanici di difesa, alcune piccole
particelle riescono regolarmente a raggiungere gli alveoli, nella
parte più profonda dei polmoni. Qui non sono presenti cellule
ciliate e il particolato irritante viene attaccato dai macrofagi
alveolari. Questi particolari globuli bianchi inglobano il particolato
e lo rimuovono dai polmoni trasportandolo al sistema mucociliare
o trasferendolo negli spazi intercellulari (da dove le sostanze
estranee possono essere eliminate tramite il sistema linfatico).
Gli
invasori biotici, come i batteri, vengono già attaccati
sulla superficie della pelle e sono aggrediti con il massimo delle
forze nell’ambiente acido del tratto gastrointestinale.
Quelli che sono assorbiti e finiscono nel flusso sanguigno sono
attaccati dal sistema immunitario.
In
genere, l’ultima linea di difesa contro le sostanze tossiche
prevede la modifica della loro struttura chimica in modo tale
da renderle più facili da eliminare. La biotrasformazione,
in genere, serve ad alterare chimicamente i composti altamente
lipofilici al fine di renderli più solubili in acqua e
quindi più facilmente eliminabili. |
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