Le
sorgenti naturali di biossido di zolfo comprendono i vulcani,
la decomposizioni organiche e gli incendi delle foreste. L’ammontare
preciso delle emissioni naturali risulta difficile da quantificare,
nel 1983 si stimava che le emissioni di biossido di zolfo
si aggiravano sugli 80-290 milioni di tonnellate (le sorgenti
antropogeniche nel mondo emettevano circa 69 milioni di tonnellate
all’anno).
Le sorgenti naturali di ossidi di azoto includono i vulcani,
gli oceani, le decomposizioni organiche e l’azione dei
fulmini. Le stime ipotizzano un valore variabile fra i 20
e i 90 milioni di tonnellate all’anno per le sorgenti
naturali, mentre per quelle antropogeniche un valore attorno
ai 24 milioni di tonnellate.
L’ozono è un inquinante secondario che si forma
in prossimità del livello del suolo come risultato
di una serie di reazioni chimiche catalizzate dalla luce.
In ogni caso, circa il 10-15% dell’ozono troposferico
proviene dagli alti strati dell’atmosfera (stratosfera)
dove si forma per azione dei raggi UV a partire dall’ossigeno
molecolare.
L’importanza delle sorgenti naturali di particolato
è invece minore di quelle antropogeniche dato che originano
particelle di dimensioni tali da non poter arrecare danni
rilevanti all’apparato respiratorio. Includono i vulcani
e le tempeste di sabbia. Queste sorgenti solitamente non provocano
degli episodi di inquinamento particolarmente acuto in quanto
l’inquinamento in genere avviene su scala temporale
relativamente ridotta. Esistono comunque le eccezioni: l’esplosione
del vulcano Saint Helens nel maggio del 1980, per esempio,
ha causato un peggioramento della qualità dell’aria
negli Stati Uniti ed in tutto il Pacifico nord-orientale per
mesi dopo la sua eruzione, con ripercussioni anche sul clima
a livello mondiale.
Le polveri provenienti dal Sahara possono viaggiare nell’aria
per migliaia di Km per poi giungere non solo in paesi relativamente
vicini come l’Italia e la Grecia, ma anche in zone più
remote come il Regno Unito.
Molti composti organici volatili (VOC) vengono prodotti in
natura dalle piante. L’isoprene è un comune VOC
prodotto dalla vegetazione; alcuni ricercatori ritengono che
la sua importanza nello scatenare l’asma ed altre reazioni
allergiche sia molto più significativa di altri composti
di origine antropogenica. Le piante inoltre producono i pollini
(considerati componenti del particolato atmosferico) e tutti
sono a conoscenza degli effetti allergici che possono causare
queste sostanze nei soggetti predisposti.
Le radiazioni ionizzanti sono in grado di produrre, direttamente
o indirettamente, la ionizzazione degli atomi e delle molecole.
Questa proprietà ha importanti conseguenze in termini
sanitari, in quanto i danni indotti da queste radiazioni sulle
macromolecole biologiche possono dare origine a processi di
cancerogenesi. Tra le principali sorgenti naturali di esposizione
vi sono la radiazione cosmica e la radiazione terrestre (radionuclidi
presenti nella crosta terrestre). Tra le sorgenti naturali
il radon (Rn) rappresenta la principale fonte di esposizione
a radiazioni ionizzanti nell’uomo, soprattutto negli
ambienti interni. Altri inquinanti naturali di notevole importanza
negli ambienti confinati (indoor) sono le spore delle muffe
e le polveri generiche.
La
maggior parte dei composti gassosi dell’aria costituisce
parte dei cicli naturali, per questo gli ecosistemi sono in
grado di mantenere l’equilibrio tra le varie parti del
sistema. Comunque, l’introduzione di grandi quantità
di composti addizionali può compromettere anche definitivamente
i naturali cicli biochimici preesistenti. Dato che molto poco
può essere fatto dall’uomo nei riguardi dell’inquinamento
naturale, la maggior preoccupazione deve essere quella di
ridurre le emissioni inquinanti prodotte dalle attività
umane.