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La Diffusione degli Inquinanti dell'Aria
La concentrazione degli inquinanti nell’aria è
determinata da diversi fattori:
dalla quantità dei contaminanti presenti nelle emissioni;
dal numero e dal concentramento delle sorgenti inquinanti;
dalla distanza dai punti di emissione;
dalle trasformazioni chimico-fisiche alle quali sono sottoposte
le sostanze emesse;
dalla eventuale velocità di ricaduta al suolo;
dalla situazione morfologica delle aree interessate all’inquinamento;
dalle condizioni meteorologiche locali e su grande scala.
Tralasciando
le opportune considerazioni specifiche che vengono trattate
nella parte del sito dedicata agli inquinanti principali, è
necessario sottolineare la massima importanza delle condizioni
meteorologiche nella comprensione della nascita, della gravità
e dello sviluppo nel tempo di un fenomeno di inquinamento atmosferico.
Su
scala locale il fattore che più influenza il trasporto
e la diffusione atmosferica degli inquinanti è l’intensità
del vento; inoltre un ruolo notevole è svolto dalle precipitazioni
atmosferiche che contribuiscono letteralmente a dilavare l’aria
dai contaminanti presenti.
Di solito le zone più soggette ai fenomeni di inquinamento
sono le zone urbane ed industriali, soprattutto se si trovano
in aree dove sono presenti dei naturali impedimenti alla circolazione
dell’aria: ad esempio le valli chiuse da montagne, che
presentano sempre problemi di ristagno per la ridotta ventilazione
atmosferica; oppure allo stesso modo le aree localizzate in
avvallamenti o depressioni del terreno.
Altri fattori che rivestono una notevole importanza negli episodi
da inquinamento acuto sono l’intensità della luce
solare e l’alta temperatura, in determinate condizioni
possono portare al manifestarsi dello smog fotochimico (vedi
per maggiori informazioni).
In genere le concentrazioni dei contaminanti dell’aria
sono minori quando il vento è almeno moderato e l'atmosfera
è instabile nei bassi strati. Al contrario, le concentrazioni
degli inquinanti sono elevate in presenza di nebbia persistente
oppure in assenza di vento o quando si è in presenza
di inversioni termiche.
Le inversioni termiche sono dei fenomeni atmosferici
che impediscono il normale rimescolamento delle masse d’aria:
in genere, la temperatura dell’aria decresce man mano
che aumenta l’altezza (circa 7°C per Km) e questo
fa sì che le masse d’aria più calde, essendo
meno dense, salgano e prendano il posto dell’aria più
fredda che scende. Dato che quest’aria calda è
anche quella più inquinata perché si trova nella
zona delle maggiori emissioni inquinanti, ne risulta un rimescolamento
dei vari strati della troposfera che porta ad una diminuzione
della concentrazione dei contaminanti atmosferici. In alcuni
casi, però, si possono formare degli strati d’aria
più calda a qualche decina o centinaia di metri d’altezza
(inversione termica) per cui lo strato sottostante non sale
e ristagna al suolo; il tutto comporta inevitabili processi
di accumulo delle sostanze inquinanti. Le inversioni termiche
si formano solitamente nelle notti limpide subito dopo il tramonto,
a causa del rapido raffreddamento del terreno (che a sua volta
provoca un rapido raffreddamento dell’aria con cui è
a contatto). Questo fenomeno è detto inversione termica
di tipo radiativo e in genere termina col riscaldamento mattutino
della superficie terrestre; se questo non avviene gli inquinanti
si possono accumulare anche per più giorni consecutivi,
con tutti i problemi che ciò comporta.
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