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Sorgenti del Cloruro di Vinile


Come già accennato, la presenza del cloruro di vinile monomero nell’ambiente non è da addebitarsi a fonti naturali: pur non essendo prodotto da sorgenti mobili come il traffico veicolare o marittimo, si origina dalle numerose sorgenti fisse antropogeniche.
Le fonti principali sono costituite dalle emissioni dei gas esausti delle industrie che lo sintetizzano o che lo utilizzano nei vari processi produttivi. Notevoli sono anche i quantitativi che evaporano dalle zone dove sono stati posti i residui chimici delle lavorazioni. Queste emissioni avvengono principalmente nell’aria e solo in piccola parte nelle acque e sono dovute essenzialmente alle industrie plastiche e alle industrie chimiche che producono polivinil cloruro, dicloruro di etilene, caprolattame, metil cloroformio, vinil acetato, ecc
. Solamente in questi ambienti si può verificare l’esposizione occupazionale al cloruro di vinile; ne possono essere interessati tutti quei lavoratori che si occupano della produzione, dell’uso, del trasporto, dell’immagazzinamento e della rimozione del composto chimico.
Il cloruro di vinile si diffonde nell’ambiente anche ad opera delle discariche in seguito ad uno stoccaggio improprio o a causa di perdite o di versamenti dei contenitori dove è presente.
Una certa percentuale di cloroetilene si libera dalle aree contaminate dagli idrocarburi clorurati, anche in seguito alla degradazione microbica di sostanze artificiali come il tricloroetile; il tutto a testimonianza del fatto che il cloruro di vinile è spesso un prodotto della degradazione di altre sostanze artificiali rilasciate nell’ambiente.
Un’importante fonte di contaminazione ambientale è costituita da tutti i prodotti che contengono all’interno il cloruro di vinile monomero. Molti prodotti di consumo sono costituiti da polivinil cloruro che, se è stato sintetizzato di recente, può liberare del cloruro di vinile monomero che non si è polimerizzato in PVC. In effetti una delle maggiori preoccupazioni dei produttori di PVC è per l’appunto quella di mantenere più bassa possibile la concentrazione del CVM disciolto all’interno dei materiali plastici.
A riprova del fatto che i materiali in PVC possono rilasciare cloruro di vinile monomero vi sono vari studi che attestano come l’aria all’interno delle automobili appena prodotte può contenere dei livelli di concentrazione di CVM più alti di quelli ambientali dato che questa sostanza può fuoriuscire dalle parti in plastica nuove. Altri studi dimostrano invece come l’acqua potabile può contenere del cloroetilene proveniente dal contatto con tubazioni in polivinile.
Da segnalare infine il fatto che il cloruro di vinile si ritrova anche nel fumo di tabacco, probabilmente in seguito ad una contaminazione nel corso dei processi produttivi delle sigarette.
   
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