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Condensatori criogenici
I sistemi di abbattimento degli inquinanti tramite condensazione
criogenica non utilizzano né acqua, né aria, ma
gas liquefatti come l’azoto molecolare o il biossido di
carbonio. Queste sostanze permettono di raggiungere temperature
anche inferiori a -160°C e presentano la caratteristica
di disperdersi in atmosfera dopo il loro utilizzo. Le temperature
estremamente basse consentono un’efficienza operativa
anche di molto superiore al 99% e la volatilità dei gas
impiegati per attuare la condensazione elimina i problemi di
miscelazione che si possono verificare con i già citati
condensatori convenzionali.
Nel sistema criogenico più semplice, il gas liquefatto
scorre attraverso i tubi in uno scambiatore di calore a fascio
tubiero e assorbe il calore del flusso d’aria da trattare
che fluisce all’interno del rivestimento dello scambiatore,
in questo modo si riduce la temperatura del flusso d’aria
e si verifica la condensazione dei contaminanti. Il calore assorbito
fa sì che il refrigerante liquefatto passi in stato gassoso,
in questa forma il refrigerante viene poi disperso all’aria
aperta.
A queste temperature estremamente basse è possibile che
il contaminante si accumuli congelato sulle pareti esterne dei
tubi. Per impedire che ciò si verifichi, potrebbe rendersi
necessario operare con uno scambiatore di calore in parallelo:
uno scambiatore scongela mentre l’altro opera la condensazione.
Un’altra soluzione è l’utilizzo di un sistema
a doppio scambio di calore. Nel primo scambiatore di calore
il gas liquefatto viene utilizzato per raffreddare un fluido
per lo scambio termico ad una temperatura appena sopra il punto
di congelamento degli inquinanti. Questo fluido fluisce ad un
secondo scambiatore di calore dove è utilizzato per condensare
i contaminanti e quindi ritorna nel primo scambiatore.
I condensatori criogenici possono essere progettati anche come
sistemi a contatto diretto. E’ da notare che questi sistemi
a miscela risolvono anche il problema del congelamento degli
inquinanti dato che non sono presenti estese superfici a temperature
estremamente basse.
Il gas liquefatto viene emesso attraverso delle docce spray
in una camera aperta dove viene in contatto diretto con il flusso
d’aria da trattare. La camera è isolata per mantenere
le temperature più basse possibili. Dei dispositivi termici
appositi possono essere montati sulle pareti esterne della camera
per la rimozione occasionale del ghiaccio accumulato sulle superfici
interne.
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