|
Valutazione dell'efficienza degli Adsorbitori
La verifica dell’efficienza dei sistemi di depurazione per
adsorbimento risulta abbastanza semplice negli impianti più
complessi che dispongono di uno o più analizzatori installati
permanentemente; in questo caso bisogna sempre ricordarsi di verificare
il funzionamento di tali strumenti esaminando sia le frequenze
che le procedure di calibrazione, le varie registrazioni delle
relative manutenzioni ordinarie e straordinarie, le condizioni
di prelievo dei campioni analizzati e l’integrità
del sistema di campionamento.
Da notare che gli adsorbitori progettati per operare al 10-25%
del limite inferiore di esplosività hanno solitamente
anche un monitor che riporta il valore di LEL nel condotto di
entrata per appurare se la concentrazione degli inquinanti rientra
nel range prestabilito.
Nel caso in cui gli impianti non siano equipaggiati con una strumentazione
di controllo adeguata, i vari parametri fondamentali relazionati
al rendimento dell’impianto devono essere esaminati direttamente
da chi effettua le verifiche.
La prima misurazione da attuare è sicuramente la rilevazione
della concentrazione dei vapori organici presenti nel flusso d’aria
già trattato. La misurazione dell’aria depurata deve
essere effettuata con un analizzatore portatile dotato di spia
indicatrice del livello di esplosività, per non incorrere
in pericolosi incidenti. Se non vi è saturazione del materiale
adsorbente, la concentrazione dei contaminanti in uscita dovrebbe
essere all’incirca uguale a quella che caratterizza un materiale
nuovo o appena rigenerato; nel caso in cui la concentrazione sia
maggiore, allora l’impianto può avere qualche problema.
A tal proposito bisogna sottolineare che, solitamente, anche un
aumento della concentrazione in entrata può portare ad
un corrispondente incremento all’uscita, a meno che non
venga aumentata la frequenza di rigenerazione. Dato che gli analizzatori
portatili hanno una limitata capacità di aspirazione, le
misurazioni devono essere effettuate nella porzione del condotto
che presenta una pressione interna positiva.
Se la rigenerazione avviene mediante un flusso di vapore, allora
le misure non dovrebbero essere effettuate quando il materiale
adsorbente si trova nel suo ciclo di spurgo (cioè nel periodo
in cui il letto viene deidratato e raffreddato); infatti le goccioline
d’acqua e l’alta umidità potrebbero danneggiare
lo strumento utilizzato.
Una delle variabili che condiziona maggiormente il rendimento
degli adsorbitori (e che per questo bisogna sempre controllare)
è la temperatura del flusso d’aria da trattare. Un
aumento della temperatura comporterà sostanzialmente una
riduzione della capacità del letto adsorbente, cosa che
provoca spesso un aumento delle emissioni. Se questi valori termici
vengono registrati sistematicamente, allora esaminandoli si possono
anche determinare le eventuali anomalie che si verificano nel
tempo per individuarne le possibili cause.
Un ottimo indicatore del rendimento del sistema è anche
la caduta di pressione lungo il letto del materiale adsorbente.
Il carbonio attivo, ad esempio, con il passar del tempo sedimenta
e si compatta, facendo sì che vi sia un aumento della caduta
di pressione rispetto ai valori abituali. La coesione di molti
granuli di carbone comporta una diminuzione della capacità
del materiale adsorbente e si accompagna spesso ad una riduzione
nella distribuzione del flusso d’aria da trattare. L’aumento
nella caduta di pressione può essere causato anche da un
accumulo di particolato nella parte del letto dove il flusso è
in entrata oppure dal collasso parziale o completo del letto fisso
a causa della corrosione della griglia di supporto o anche dall’accumulo
di materiale organico condensato. Il tutto provoca una diminuzione
nella capacità di adsorbimento ed un conseguente aumento
delle emissioni.
Un altro fattore condizionante è la portata dell’aria
da trattare: se è eccessiva può provocare potenziali
rotture dell’impianto. In questo caso indicatori importanti
dell’aumento della portata sono l’aumento della caduta
di pressione e l’incremento della pressione statica a carico
del rivestimento.
Nella verifica dell’efficienza degli adsorbitori bisogna
anche comparare con i valori di riferimento sia la frequenza di
rigenerazione che i tempi del ciclo di adsorbimento-desorbimento.
La diminuzione in frequenza o in durata della rigenerazione riduce
spesso la capacità del letto di carbonio, cosa che può
comportare un aumento delle emissioni.
Bisognerebbe anche verificare se la quantità di materia
organica raccolta rientra nei parametri di base; infatti se la
quantità di vapori organici che entrano nell’adsorbitore
è costante, una riduzione nell’ammontare di inquinante
raccolto sta sempre ad indicare una riduzione dell’efficienza
dell’abbattimento.
Infine dovrebbero essere valutate le condizioni fisiche del sistema
di adsorbimento. Varie parti del sistema e, in particolar modo,
la base dei supporti e i condotti di uscita possono essere soggetti
a corrosione a causa della formazione di composti acidi, soprattutto
se si accumulano dei liquidi magari dovuti alla condensazione
dell’umidità che si libera durante il ciclo di spurgo. |
|
|
|
|