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Adsorbitori a Zeoliti Sintetiche
Le zeoliti sono minerali di origine vulcanica o sedimentaria a
struttura cristallina che, per la loro elevata capacità
di adsorbire e deadsorbire l’acqua, vengono utilizzati spesso
come deumidificanti. A partire dagli anni settanta, per rispondere
alle esigenze industriali che richiedevano migliori materiali
adsorbenti, è iniziata la produzione delle cosiddette zeoliti
sintetiche, sostanze dotate di distinte proprietà specifiche
appositamente individuate per la particolare applicazione in cui
devono essere utilizzate.
La struttura di base delle zeoliti sintetiche è data da
un cristallo costituito da tetraedri formati da atomi di alluminio
o di silicio legati a quattro atomi di ossigeno. Questa macromolecola
è estremamente stabile ed è caratterizzata dal possedere
degli spazi di diametro uniforme la cui dimensione dipende dai
tipi di atomi presenti e dal numero di elementi base legati tra
loro.
Gli spazi formano un reticolo di pori e di canali interni occupati
da ioni alcalini e da molecole d’acqua facilmente removibili
perché legati da deboli forze elettrostatiche. In genere
ogni poro è formato dall’insieme di 6, 8, 10 o 12
tetraedri, che formano diametri variabili tra 3 e 8 Angstrom (1
Angstrom è pari a 10-10 metri). Quindi, al contrario
dei carboni attivi che sono caratterizzati dall’avere un
insieme di pori e canali di dimensioni diverse e che si restringono
via via che si sviluppano in profondità, in questo caso
vi sono dei pori di dimensioni ben definite. La cosa si rivela
molto utile in quanto permette di operare con una certa selettività
scegliendo di volta in volta la zeolite sintetica che presenta
i pori delle dimensioni più adatte all’adsorbimento
di un determinato composto chimico. Tanto per fare un esempio,
se vi è la necessità di adsorbire solo l’ammoniaca
(diametro di 2,6 Angstrom) si useranno le zeoliti con pori dati
da 6 tetraedri (diametro di 2,8 Angstrom).
Se, al contrario, il sistema deve abbattere un insieme di inquinanti
aerodispersi aventi dimensioni differenti, allora è opportuno
utilizzare delle miscele di zeoliti diverse.
Rimuovendo dalla struttura cristallina gli atomi di alluminio
e sostituendoli con atomi di silicio si sono ottenute delle zeoliti
particolarmente idrofobiche in quanto l’alluminio ha la
tendenza a caricarsi elettricamente e ad attirare per questo le
molecole d’acqua.
In definitiva le zeoliti sintetiche sono in grado di abbattere
i contaminanti anche in presenza di umidità, sono chimicamente
inerti, sono ignifughe e sono resistenti alla maggior parte degli
acidi. Tutte queste proprietà le rendono più adatte
dei carboni attivi nell’abbattimento dei composti volatili
presenti in bassa concentrazione o dei composti chimici caratterizzati
da un’alta reattività od infiammabilità.
A causa del maggior costo rispetto ai carboni attivi, le zeoliti
sintetiche vengono utilizzate esclusivamente negli impianti a
rigenerazione, solitamente nei rotoconcentratori. Questi sistemi
sfruttano la rotazione di un cilindro cavo di ceramica impregnato
di zeolite che può essere definito una vera e propria ruota
in movimento sul proprio asse. Il flusso d’aria contaminato
viene fatto passare attraverso una grossa porzione di questa ruota
che provvede così a depurare l’aria per adsorbimento.
Dato che il cilindro è in movimento, la zona che è
sottoposta al flusso varia continuamente e non viene mai saturata.
La parte della ruota a maggiore saturazione (e non più
a contatto col flusso d’aria contaminato) a causa della
rotazione entra in un settore ermeticamente separato dove è
sottoposta a rigenerazione mediante il flussaggio di aria calda
o di un gas inerte.
Successivamente entra in un settore dove viene raffreddata e quindi,
sempre a causa della rotazione, rientra nel compartimento di adsorbimento
dei contaminanti.
Il flusso utilizzato per desorbire gli inquinanti è sempre
molto ridotto, per cui all'uscita risulta carico di composti organici.
Quasi sempre non è possibile o non conviene recuperare
queste sostanze, per cui questa miscela viene condotta in un sistema
di abbattimento a combustione che provvede ad eliminare i contaminanti
tramite l’ossidazione. |
Disegno schematico di un rotoconcentratore |
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