A
temperature più basse la ritenzione dei contaminanti
organici è maggiore. A causa di questo motivo,
gli adsorbitori al carbonio attivo operano di solito
a temperature inferiori ai 50°C.
Anche l’umidità presente nel flusso d’aria
può condizionare la ritenzione. L’acqua
viene adsorbita all’interno del carbonio e compete
con i contaminanti organici per i siti di adsorbimento.
Allo stesso modo, maggiore è la presenza del
particolato nel flusso d’aria da trattare tanto
più diminuisce l’adsorbimento; per questo
motivo il particolato deve essere rimosso con opportuni
filtri o sistemi di abbattimento.
Nelle varie applicazioni si possono distinguere essenzialmente
due tipi di sistemi basati sul carbone attivo: quelli
che rigenerano sul sito e quelli che non lo fanno.
Se non è prevista la rigenerazione della sostanza
adsorbente, allora si utilizzano i cosiddetti impianti
a perdere. Questi sistemi sono costituiti da unità
di forme estremamente diverse: possono essere cilindri,
cassoni sovrapposti, cassette, pannelli, ecc. Solitamente
vengono utilizzati per depurare flussi a bassa concentrazione
di inquinanti, solitamente sotto i 100 ppm. Una volta
che hanno raggiunto una saturazione tale che il flusso
d’aria trattato presenta una concentrazione
di inquinanti quasi superiore a quella stabilita per
legge, vengono sostituiti ed inviati allo smaltimento
o alla riattivazione all’esterno dell’impianto
dove vengono utilizzati.
I sistemi a rigenerazione prevedono invece la riattivazione
del carbone attivo direttamente sul luogo di utilizzo.
La rigenerazione consiste nel deadsorbimento degli
inquinanti che può avvenire essenzialmente
in quattro modi diversi: facendo passare attraverso
il letto di carbonio un gas inerte, scaldando il letto,
utilizzando un flusso di vapor d’acqua che vada
a sostituire le sostanze adsorbite oppure sfruttando
una diminuzione della pressione dell’aria.
In genere se si deve trattare un flusso d’aria
con un’elevata concentrazione di inquinanti
si utilizza un sistema con due o più letti
fissi. Quando il letto che si sta utilizzando sta
per raggiungere la saturazione, allora si devia il
flusso d’aria e lo si fa passare attraverso
un nuovo letto. Il letto carico di contaminanti viene
quindi sottoposto a rigenerazione e predisposto per
un nuovo utilizzo nel momento in cui dovrà
a sua volta sostituire un letto quasi saturo.
Nel caso in cui si debba trattare un flusso a bassa
concentrazione di inquinanti è anche possibile
utilizzare un sistema a rigenerazione che sfrutta
un cilindro cavo di carbone attivo in rotazione. Mentre
il 75-90% del cilindro è in adsorbimento, la
porzione rimanente viene desorbita tramite un ridotto
flusso di gas a temperatura relativamente alta. Questo
dispositivo viene anche detto rotoconcentratore ed
è impiegato solitamente con le zeoliti sintetiche
piuttosto che con il carbone attivo. |