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Cicloni e multicicloni
Il ciclone è un sistema di abbattimento
di forma vagamente cilindrica che permette di raccogliere le particelle
aerodisperse sfruttando la loro forza di inerzia. In questo dispositivo
il flusso contaminato viene fatto entrare dall’alto e tangenzialmente
in modo da assumere un moto a spirale direzionato verso il basso.
Per effetto della forza centrifuga, il particolato di dimensioni
maggiori fuoriesce dal flusso e, per inerzia, va a contatto con
le pareti interne del ciclone; per la gravità scivola poi
sul fondo del dispositivo dove viene raccolto in un’apposita
tramoggia che viene periodicamente svuotata.
La parte inferiore del ciclone è di forma conica ed in
questa zona il flusso d’aria inverte il senso del suo moto
a causa della differenza di pressione esistente fra l’apertura
di entrata e quella di uscita, posta sulla sommità. Così
il flusso d’aria risale in una stretta spirale verso l’alto
e fuoriesce dal tubo di scarico che ha l’asse coincidente
con quello del ciclone. All’uscita la corrente si presenta
depurata dal materiale più grossolano, ma permane contaminata
dal particolato di dimensioni minori che non riesce a sfuggire
alla forza di trascinamento dell’aria.
A seconda delle dimensioni si possono distinguere essenzialmente
due tipi di cicloni.
I dispositivi a largo diametro (da 30 a 200 cm) vengono utilizzati
per l’abbattimento del materiale solido con un diametro
superiore ad 1 mm. In genere si impiegano quando la concentrazione
del particolato è molto alta e sono caratterizzati da aperture
di entrata ed uscita relativamente grandi; il vortice che si forma
all’interno è relativamente lento e non permette
di abbattere il particolato di piccole dimensioni ma solamente
il materiale grossolano.
La maggior parte dei dispositivi in commercio ha invece un diametro
che va dai 5 ai 30 cm. Questo diametro permette di accelerare
il movimento a spirale del flusso molto più di quanto sarebbe
possibile in un ciclone a diametro maggiore. Inoltre, il particolato
che fuoriesce dal flusso vorticoso deve compiere una distanza
relativamente minore prima di andare a finire la sua corsa contro
la parete del ciclone. Tutte queste caratteristiche fanno sì
che i cicloni a piccolo diametro siano in grado di raccogliere
particolato molto più fine, così in genere sono
molto utilizzati per abbattere il materiale caratterizzato da
un diametro superiore ai 5 micrometri.
A causa della limitata capacità di depurazione di ogni
tubo, spesso molti piccoli cicloni vengono installati in parallelo
all’interno di un cassone metallico per formare un singolo
impianto definito multiciclone. Tutti questi
cicloni sono montati sulla stessa lastra di supporto e pescano
dalla medesima condotta; inoltre hanno in comune anche l’uscita:
dall’interno di ogni dispositivo si diparte un tubo di scarico
che convoglia in un’unica tubazione il flusso d’aria
ripulito. Questo sistema permette di abbinare l’alta efficienza
di abbattimento caratteristica dei piccoli cicloni con una capacità
di predepurazione estremamente elevata.
Nella varie applicazioni industriali i cicloni vengono per lo
più utilizzati per raccogliere il particolato con diametro
maggiore di 10 micrometri.
L’efficienza d’abbattimento delle polveri varia in
genere dal 70 al 90%, dal 30 al 90% per il PM10
e dallo 0 al 40% per il PM2,5.
Esistono anche cicloni ad alta efficienza, caratterizzati da flussi
interni estremamente veloci ed in grado di raggiungere dei rendimenti
migliori: dal 60 al 95% per il PM10 e dal
20 al 70% per il PM2,5; questi dispositivi
sono però caratterizzati da un’elevata caduta di
pressione, per cui il loro funzionamento richiede un grande dispendio
energetico.
Per quanto riguarda i multicloni, sembra che siano in grado di
raggiungere un’efficacia di abbattimento variabile tra l’80
ed il 95% per il PM5. |
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