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Le Camere a Deposizione
Nelle camere a deposizione la causa principale che determina la
rimozione delle particelle inquinanti è data dal prevalere
della forza di gravità sull’azione di trascinamento
del flusso d’aria, da qui il termine (improprio) di “sistemi
di abbattimento per gravità”.
Questi dispositivi si sviluppano orizzontalmente ed hanno una
forma rettangolare ed allungata, con l’apertura di entrata
da una parte e l’uscita dalla parte opposta.
A seconda della
particolare geometria costruttiva, si possono distinguere due
tipi principali di camere a deposizione, quelle ad espansione
e quelle a setti devianti.
In una camera ad espansione il flusso d’aria contaminato
viene fatto entrare in un compartimento di volume molto maggiore,
in modo tale che ne venga ridotta la velocità. Questa diminuzione
comporta inevitabilmente la deposizione sul fondo del particolato
di dimensioni maggiori in quanto la forza di gravità prevale
su quella di trascinamento dell’aria.
Una camera di deposizione a setti presenta invece all’interno
un certo numero di sottili lamine verticali affiancate l’una
all’altra che fanno fluire l’aria contaminata a zig-zag
tra di loro. Al contrario di quel che succede in una camera di
deposizione ad espansione, in questo caso la velocità del
flusso aumenta leggermente, ma allo stesso tempo si incrementa
anche l’efficacia di abbattimento in quanto i setti verticali
facilitano la deposizione sia per l’urto del particolato
con le pareti, sia per il fatto che le particelle di maggiori
dimensioni sfuggono all’azione di trascinamento del flusso
d’aria a causa del movimento inerziale.
Un tipo particolare di sistema a deposizione è la camera
inerziale: in questo dispositivo il flusso d’aria in entrata
incontra immediatamente un deflettore che lo fa deviare verso
il basso. Il particolato più grossolano tende a depositarsi
sul fondo per il movimento inerziale (ed in parte anche per l’azione
della forza di gravità), mentre l’aria risale verso
il condotto di uscita. |
disegno schematico di una camera di deposizione
a setti |
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Nelle
camere a deposizione l’abbattimento viene favorito
se la velocità del flusso in ingresso è relativamente
bassa, in genere mai superiore ai 3 metri al secondo; inoltre
il flusso deve essere uniforme e non turbinante, cosa che
viene garantita da appositi diffusori all’entrata.
Il materiale che si deposita finisce in una tramoggia di
raccolta. Da notare che la rimozione della polvere deve
essere eseguita ermeticamente per impedire che ci siano
delle infiltrazioni d’aria all’interno della
camera che potrebbero far risospendere la polvere a causa
dell’aumento della turbolenza.
Questi dispositivi vengono utilizzati per il controllo del
particolato solido in genere caratterizzato da un diametro
superiore ai 50 micrometri. Il particolato di dimensioni
minori si deposita più lentamente e richiederebbe
un’eccessiva estensione orizzontale delle camere,
cosa che comporterebbe un aumento eccessivo dei volumi.
L’efficienza di abbattimento del particolato inferiore
ai 10 micrometri è tipicamente sotto il 10%, per
cui al posto di questi dispositivi si tende a preferire
l’uso dei cicloni che hanno anche il vantaggio di
occupare meno spazi e di essere meno ingombranti.
Le camere a deposizione sono state ampiamente utilizzate
in passato, probabilmente rappresentano anche i primi dispositivi
realizzati per la rimozione delle polveri dalle emissioni;
adesso il loro impiego è minore, anche se risultano
ancora particolarmente utili soprattutto nelle industrie
che hanno la necessità di raffreddare i flussi contaminati
prima che vengano trattati dai sistemi di filtrazione a
tessuto: la predepurazione in grossi volumi favorisce il
raffreddamento dell’aria contaminata e questo impedisce
che a causa delle alte temperature si sviluppino degli incendi. |
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