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Effetti sull'Ambiente dell'Ozono
Per quanto riguarda la vegetazione, i danni provocati dall’ozono
sono talmente ingenti nel mondo che questo gas è considerato,
assieme al biossido di zolfo, una delle principali cause del declino
delle foreste (vedi piogge acide). L’ozono (e gli ossidanti
fotochimici in genere) provoca una riduzione nella crescita delle
piante e, a maggior concentrazione, clorosi e necrosi delle foglie.
Il primo effetto visibile si manifesta sui cloroplasti che, dopo
l’esposizione, assumono una colorazione verde chiara e si
rompono facilmente, disperdendo la clorofilla nel citoplasma cellulare.
L’ozono provoca un’alterazione del bilancio ionico,
modifica gli amminoacidi, altera il metabolismo proteico, modifica
la composizione in acidi grassi insaturi e reagisce con i residui
solfidrici. Provoca un crollo immediato del livello di ATP, probabilmente
a causa dello sbilanciamento ionico ed inibisce la fissazione
della CO2.
L’ozono causa clorosi con colorazione giallo pallido delle
foglie (particolarmente evidente negli aghi dei pini) e provoca
un prematuro invecchiamento della pianta. A causa dell’esposizione
ad ozono compaiono fra le nervature delle lesioni sull’apparato
fogliare di un colore marrone pallido o intenso (anche rosso porpora
nelle piante nelle quali l’ozono stimola la formazione del
pigmento antocianina). Come le lesioni si allargano, la foglia
diviene di colore marrone e qualche volta color bronzo, poi cade.
Le piante più vecchie sono quelle che vengono colpite prima.
Molti studi hanno dimostrato che è l’esposizione
ad elevate concentrazioni per breve tempo che provoca i danni
maggiori; le esposizioni a livelli costanti sono meno dannose.
Le specie più sensibili all’ozono sono: il tabacco,
gli spinaci, l’erba medica, l’avena, la segala, i
fagioli, l’orzo ed il noce; su queste piante, sempre meno
frequenti in prossimità delle aree urbane, è possibile
notare la comparsa dei primi sintomi di sofferenza già
a concentrazioni di 0,05-0,12 ppm di ozono. |
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La
foto a lato illustra una foglia di tabacco esposta
a concentrazioni di ozono relativamente basse.
La pianta è stata trattata con ozono
alla concentrazione di
70 ppb (0,14 mg/mcubo) per 7 ore al giorno per
un periodo di due settimane. |
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L’ozono
causa ingenti danni a materiali e monumenti, provocando
un notevole danno al patrimonio artistico ed importanti
perdite economiche.
Per la sua reattività attacca ed infragilisce anche
le gomme naturali e artificiali.
I tessuti vengono indeboliti ed i colori perdono la loro
brillantezza; le fibre di cellulosa sono molto sensibili
all’ossidazione, pertanto vengono particolarmente
attaccati i capi in cotone e derivati cellulosici.
L’ozono produce anche dei danni alle vernici, specialmente
per l’azione sinergica con il biossido di zolfo.
Si deve comunque osservare che parecchi danni attribuiti
all’ozono sono in realtà provocati dagli ossidanti
fotochimici in genere, dei quali l’ozono è
solo un rappresentante. |
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