Diffusione dell'Ozono
L’ozono stratosferico si concentra in una particolare fascia
detta ozonosfera posta fra i 20 e i 30 Km di altezza. La concentrazione
del gas non si mantiene costante sia per le periodiche e naturali
variazioni nella distribuzione planetaria che per l'azione di
vari agenti inquinanti di origine antropogenica (per maggiori
informazioni consiglio di vedere la parte del sito dedicata al
buco dell’ozono).
Per
quanto riguarda l’ozono troposferico bisogna sottolineare
che la concentrazione del gas varia anche di molto a seconda
della zona geografica considerata, dell’ora, del periodo
dell’anno, delle condizioni climatiche, della direzione
e velocità del vento, del grado di inquinamento primario,
ecc.
La concentrazione di fondo alle nostre latitudini varia fra
0,03 e 0,07 ppm, anche se nell’ultimo secolo è
praticamente raddoppiata; nelle zone industriali ed urbane aumenta
al ritmo dell’1-2 % all’anno.
Nelle aree urbane i livelli massimi di concentrazione si verificano
in genere verso mezzogiorno e sono preceduti, nelle prime ore
del mattino, da concentrazioni massime di ossidi di azoto e
di idrocarburi rilasciati dal forte traffico dei veicoli all’inizio
della giornata (composti che ne costituiscono i precursori);
dopo le ore 18 di solito questi valori scendono e raggiungono
i minimi durante la notte a testimonianza dell’importanza
della luce nella produzione dell’ozono.
Le più alte concentrazioni di ozono si rilevano nei mesi
più caldi dell’anno, per la forte insolazione;
le condizioni di alta pressione e di scarsa ventilazione favoriscono
inoltre il ristagno degli inquinanti ed il loro accumulo.
Dato che l’inquinamento da ozono interessa in particolare
solo 4-6 ore del giorno, si considera di solito solo la concentrazione
media massima oraria.
Nei grandi centri urbani si sono superati i valori di 0,1 ppm
in circa 15-100 giorni dell’anno. In alcune città
nei paesi in via di sviluppo si raggiungono anche valori di
1 ppm; in Italia in casi eccezionali sono stati superati i 0,3
ppm. A questi valori l’ozono non rappresenta solo un inquinante
atmosferico, ma un vero e proprio pericolo per la salute.
Da sottolineare il fatto che l’ozono urbano si può
diffondere anche in aree più periferiche o in campagna
dove la ridotta presenza di inquinanti riducenti (come il monossido
di azoto) rende l’ozono più stabile; la concentrazione
può quindi rimanere alta per lunghi periodi e raggiungere
anche dei picchi in aree impensabili come, ad esempio, i parchi
cittadini.
La concentrazione dell’ozono viene rilevata anche come
indice della presenza dello smog fotochimico (vedi) del quale
l’ozono è uno dei rappresentanti principali; l’OMS
ha stabilito un limite massimo di 0,1 ppm.
Negli ambienti interni la concentrazione di ozono e di ossidanti
fotochimici è di norma inferiore a quella esterna dato
che queste sostanze reagiscono con i materiali presenti; da
notare che le combustioni interne dei fornelli (che producono
monossido di azoto) tendono a ridurre la concentrazione di ozono
perché il monossido riduce l’ozono ad ossigeno
(NO+O3 —> NO2+O2).
In ambienti interni di lavoro le esposizioni professionali all’ozono
interessano le zone dove si effettuano operazioni di saldatura,
si impiegano precipitatori elettrostatici per le polveri, si
utilizzano lampade UV e negli uffici per l’uso di macchine
fotocopiatrici.