Diffusione degli Idrocarburi Policiclici Aromatici
In genere gli idrocarburi policiclici aromatici presenti nell’aria
possono degradarsi reagendo con la luce del sole e con altri composti
chimici nel giro di qualche giorno o settimana. Quelli di massa
maggiore aderiscono al particolato aerodisperso e, prima o poi,
vanno a depositarsi al suolo. Per questa loro relativa stabilità
gli IPA si possono riscontrare anche a grandi distanze in località
remote e molto lontane dalle zone di produzione.
Gli IPA sono comunque presenti nell’atmosfera a concentrazioni
relativamente basse se paragonate a quelle di molti altri inquinanti,
tra l’altro le loro proprietà
chimiche e fisiche fanno sì che la loro misura sia soggetta
a grande incertezza. Premesso questo, è da sottolineare
che la concentrazione nell’aria di queste sostanze si
è notevolmente ridotta nel corso di questi ultimi trent’anni.
Il declino è stato attribuito all’utilizzo dei
convertitori catalitici negli autoveicoli ed alla riduzione
dell’utilizzo del legno e del carbone a favore del petrolio
e del gas naturale come fonti energetiche. Inoltre si è
ridotta di molto la pratica delle combustioni all’aria
aperta, soprattutto di tipo agricolo, e vi è stato un
miglioramento della tecnologia della combustione, anche in seguito
agli sforzi per controllare le emissioni fumose.
In molte città europee negli anni ’60 la concentrazione
media annuale del solo BaP era più alta di 100 ng/mc.
Ora la media annuale nelle aree urbane si aggira intorno a 0,5-1
ng/mc; nelle aree semi-rurali è minore di 0,2 ng/mc.
Elevate concentrazioni si possono rilevare solo nel corso di
episodi di inquinamento acuto per lo più nel periodo
invernale, quando risulta maggiore l’impiego di combustibili
fossili di bassa qualità per il riscaldamento in ambito
civile, e nei periodi in cui si verificano le inversioni termiche.
In genere le concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici
sono più alte lungo le arterie stradali, a causa delle
emissioni generate dagli autoveicoli.
La concentrazione di BaP in una stanza estremamente inquinata
da fumo di tabacco può raggiungere spesso valori superiori
a 20 ng/mc. L’inquinamento indoor è comunque particolarmente
variabile, in funzione sia del tipo di riscaldamento utilizzato
che del combustibile impiegato per la cottura del cibo.
Le concentrazioni inquinanti più elevate si ritrovano,
come sempre, nei Paesi in via di sviluppo. In Cina, in edifici
che utilizzano carbone fumoso come riscaldamento, sono state
rilevate concentrazioni superiori a 14 µg/mc; in India
l’utilizzo di biomassa come combustibile in cucina porta
spesso al superamento di 4 µg/mc.
Concentrazioni molto alte di BaP possono essere presenti anche
nei luoghi di lavoro. Le misure effettuate utilizzando campionatori
fissi o campionatori personali nel corso di un periodo di 8
ore hanno dimostrato una concentrazione di BaP media variabile
fra 22 e 37 µg/mc nei pressi dei più vecchi forni
per la produzione di carbon coke e altre fra 1 e 5 µg/mc
in molte altre zone di lavoro all’interno dello stesso
impianto. Nell‘industria dell’alluminio sono state
trovate nei luoghi di lavoro concentrazioni più alte
di 19 µg/mc.