Ogni
scostamento dei valori rilevati da questo sistema rispetto
a quelli di base potrebbe indicare una diminuzione nell’efficacia
di abbattimento degli inquinanti.
La maggior parte dei grandi elettrofiltri è ben equipaggiata,
al contrario i sistemi più piccoli possono avere una
strumentazione limitata per cui si devono effettuare molti
più controlli di persona.
Dato il pericolo di subire delle scariche elettriche ad alto
voltaggio, gli strumenti portatili non dovrebbero mai essere
utilizzati per effettuare delle misurazioni dei parametri
che non sono monitorati dalla strumentazione annessa all’elettrofiltro.
L’indicatore
più diretto del rendimento dell’elettrofiltro
è sicuramente l’opacità del flusso d’aria
in uscita. Alcuni grandi precipitatori elettrostatici sono
dotati di monitor appositi detti opacimetri che sono in grado
di rilevare anche le piccole deviazioni nell’opacità
media. Comunque le rilevazioni sulle emissioni visibili possono
essere fatte anche a vista, risulta infatti abbastanza facile
intuire un malfunzionamento dell’elettrofiltro se all’uscita
compaiono degli sbuffi di fumo. In definitiva tutte le osservazioni
che vengono effettuate in merito forniscono delle informazioni
utili per valutare le performance del depuratore e per prevenire
dei danni che potrebbero rendere inutilizzabile il sistema.
Spesso i picchi di opacità si possono ricondurre al
rientro del particolato nel flusso d’aria trattato durante
l’azione dei percussori oppure ad un aumento della presenza
del particolato a monte dell’elettrofiltro. Facendo
una comparazione fra le frequenze dei picchi e i cicli di
percussione o le attività di processo, si può
determinare se il problema è dovuto ad un aumento di
concentrazione di particolato in entrata oppure al cattivo
funzionamento dell’elettrofiltro.
Anche le variazioni nella resistività del particolato
possono comportare un aumento delle emissioni a valle del
precipitatore elettrostatico.
Vari
problemi meccanici o elettrici possono invece essere individuati
sulla base delle variazioni del voltaggio, della corrente
e del numero delle scariche elettriche.
Una diminuzione significativa del voltaggio, assieme ad un
aumento della corrente e ad un incremento nella velocità
delle scariche può indicare un disallineamento degli
elettrodi.
Una periodicità ciclica nei valori del voltaggio, della
corrente e delle scariche può essere causata da un
elettrodo di emissione che si è rotto e che sta ondeggiando
nel flusso d’aria da depurare.
Se c’è invece una diminuzione nel voltaggio assieme
ad un aumento della corrente ed una emissione di scariche
bassa o addirittura nulla allora probabilmente c’è
un corto circuito.
Una diminuzione nel voltaggio assieme ad una diminuzione di
corrente e ad un aumento di emissioni di scariche può
indicare che il sistema di pulizia con i percussori non funziona.
In questo caso un esame all'interno dell'elettrofiltro è
utile per identificare i percussori che non funzionano.
Nell’esame dei percussori, oltre alle loro condizioni
strutturali dovrebbe essere valutata anche l’intensità
delle percussioni e la loro frequenza in modo tale da regolarle
sulla base delle condizioni di resistività del particolato.
In generale, la frequenza delle percussioni è maggiore
nella parte in corrispondenza dell’entrata del flusso
d’aria da trattare, dove la deposizione del particolato
è maggiore, mentre diminuisce progressivamente verso
l’uscita.
Se la resistività è bassa, il particolato viene
trattenuto debolmente e può disperdersi nuovamente
nel flusso d’aria trattato nel caso in cui venga attuata
una frequenza o un’intensità eccessiva nelle
percussioni.
Se la resistività è alta il particolato resta
adeso più tenacemente per cui serve una maggiore intensità
e frequenza. Ci sono comunque dei limiti pratici in quanto
delle percussioni troppo vigorose e frequenti possono portare
alla rottura dei percussori o ad un disallineamento delle
piastre di raccolta.
Un
altro problema che si può verificare è quello
delle infiltrazioni d’aria nell’elettrofiltro.
Queste infiltrazioni possono portare spesso ad una perdita
dell’isolamento degli elettrodi o alla corrosione delle
parti metalliche a causa delle condensazioni acide favorite
dall’umidità. Un modo per identificare le infiltrazioni
consiste nell’esaminare gli scostamenti dalle condizioni
standard del flusso d’aria immediatamente a monte e
poi a valle dell’elettrofiltro. Se la temperatura diminuisce
più del previsto o se vi è un aumento della
concentrazione dell’ossigeno all’uscita allora
molto probabilmente vi sono dei punti dai quali si infiltra
l’aria esterna. Con un’ispezione in loco questi
punti dovrebbero essere localizzati e riparati.