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Resistività del particolato
I processi di deposizione e di rimozione del particolato dalle
piastre di raccolta sono determinati dalla resistività
delle particelle, cioè dalla loro resistenza a cedere la
carica elettrica.
Il particolato ideale per la massima efficienza nell’abbattimento
è quello caratterizzato da una resistività moderata.
In pratica questo particolato perde un po’ di carica elettrica
una volta raggiunta la piastra di raccolta, in modo tale che la
deposizione delle altre particelle non venga inibita per repulsione
elettrostatica, ma mantiene quel tanto di carica che lo fa rimanere
adeso all’elettrodo di captazione.
Se le particelle sono caratterizzate da una resistività
molto alta, tendono a mantenere la loro carica e questo provoca
un accumulo di carica negativa sulle piastre di raccolta, cosa
che impedisce alle altre particelle di depositarsi. Inoltre, a
causa dell’elevata differenza di carica con l’elettrodo
di captazione, c’è una forte attrazione elettrostatica
per cui le particelle restano fortemente adese alle piastre ed
è difficile rimuoverle.
Se invece le particelle sono caratterizzate da una resistività
molto bassa, allora perdono rapidamente la carica quando raggiungono
la piastra di raccolta e così ritornano all’interno
del flusso d’aria da depurare dove si ricaricano di nuovo.
Questo processo continua a ripetersi fino a che questo particolato
fuoriesce dal filtro elettrostatico disperso nelle emissioni.
Il particolato caratterizzato da una resistività molto
bassa, come quello con un contenuto molto alto di carbonio, non
si addice ai filtri elettrostatici a secco. Invece, è possibile
utilizzare questi filtri per raccogliere particolato caratterizzato
da un’alta resistività come le ceneri volanti e la
polvere di cemento. La resistività di queste particelle
viene diminuita tramite un processo di condizionamento: quando
il flusso d’aria da trattare è sotto i 180 °C,
l’aggiunta di vapor d’acqua o l’abbassamento
della temperatura diminuisce la resistività del particolato.
La
resistività può venire abbassata anche addizionando
agenti condizionanti, come il triossido di zolfo e l’ammoniaca,
per formare uno strato conduttivo sulla superficie del particolato.
Nella combustione del carbone, il triossido di zolfo che viene
prodotto dall’ossidazione dello zolfo presente come impurità,
agisce come agente condizionante. Quando il flusso d’aria
da trattare si trova ad una temperatura sopra i 180 °C, con
questi agenti condizionanti l’incremento della temperatura
diminuisce la resistività del particolato. |
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