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Il monitoraggio diretto a risposta differita
In certi contesti, delle motivazioni di natura tecnica possono
impedire la determinazione degli inquinanti sul posto tramite
i dispositivi a risposta rapida, in questo caso si preferisce
adottare una tecnica di monitoraggio di natura discontinua e a
risposta differita.
Questa metodica prevede sostanzialmente un processo in tre fasi.
Inizialmente si attua il campionamento dell’inquinante in
un volume d’aria ben determinato, poi si esegue la raccolta
del contaminante con un filtro o con un altro dispositivo ed infine
vi è la spedizione del campione in un laboratorio affinchè
sia fatta l’analisi.
Il grosso vantaggio è essenzialmente la migliore accuratezza
dei risultati, dato che gli strumenti o le metodiche analitiche
di laboratorio molto spesso permettono di ottenere dei risultati
migliori di quelli ottenibili con dispositivi piazzati sul posto
dove sono presenti gli inquinanti. In alcuni casi questa scelta
risulta obbligata perché indicazioni di legge o limitazioni
tecniche rendono impossibile la rilevazione in loco di alcuni
particolari inquinanti molto difficili da determinare quantitativamente
e qualitativamente. Il vantaggio più importante, comunque,
è legato a motivazioni esclusivamente economiche: potrà
anche sembrare strano, ma in definitiva si preferisce inviare
un campione in un laboratorio per risparmiare sui costi.
Le controindicazioni sono direttamente legate al tempo necessario
al completamento delle varie analisi. La cosa risulta tanto più
problematica quanto più si ha a che fare con sostanze pericolose
per la salute: se vi è un pericolo di esposizione è
sempre meglio conoscere sul momento quello che si rischia.
Le misurazioni effettuate in laboratorio possono essere estremamente
varie per quanto riguarda le metodiche. Solitamente si preferisce
adottare quei metodi analitici che sono stati codificati nella
procedura da organizzazioni scientifiche nazionali, europee o
internazionali e che sono stati ripresi come norme o procedure
da organizzazioni come l’UNI, il CEN, l’ISO, ecc.
Molto spesso, per testimoniare l’assoluta affidabilità
dei procedimenti utilizzati, i vari laboratori fanno certificare
le proprie procedure da organismi terzi. In ogni caso, è
bene tenere presente che vi può essere una grossa differenza
fra i metodi elaborati dagli organismi scientifici e quelli previsti
dalla legislazione: tutti i soggetti che devono per legge attenersi
ad una determinata metodica, devono obbligatoriamente seguire
quanto specificato dalle norme legislative.
Dato
che una sezione del sito è gia dedicata alla normativa
tecnica e legislativa, in questa sede è opportuno porre
l’attenzione solamente sui principali dispositivi utilizzati
per il campionamento necessario ad eseguire il monitoraggio diretto
a risposta differita: i campionatori passivi e le fiale adsorbenti. |
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