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I sistemi di abbattimento tramite Filtrazione
La filtrazione tessile è un processo di abbattimento del
particolato solido che si realizza facendo passare il flusso d’aria
contaminato attraverso dei filtri costituiti da fibre tessili
di varia natura. Una volta venivano utilizzati solo prodotti naturali,
come la lana od il cotone, caratterizzati da un’efficacia
ed una resistenza relativamente basse; in seguito, però,
l’avvento di fibre sintetiche come il nylon ed il polipropilene
ha permesso di ottenere dei nuovi materiali più resistenti
al logoramento, al calore, all’erosione ed all’attacco
delle sostanze corrosive. In alcuni casi vengono anche utilizzate
le fibre di vetro.
La filtrazione tessile è anche denominata “filtrazione
a tessuto”, questo termine non è comunque molto
corretto in quanto nelle varie applicazioni industriali non ci
si limita all’utilizzo dei tessuti ma si impiegano anche
feltri o addirittura agglomerati di fibre. Di solito i feltri
garantiscono una migliore filtrazione ma necessitano di sistemi
di pulizia più complessi, mentre i tessuti vengono utilizzati
con flussi d’aria a bassa velocità e necessitano
di una pulizia più occasionale.
Gli elementi filtranti possono essere strutturati a pannello,
a cartuccia o a tasca, ma molto più frequentemente presentano
una forma cilindrica, per cui si parla spesso di sacche o di maniche.
I dispositivi più importanti sono sicuramente quelli a
maniche per cui nella trattazione si farà quasi esclusivamente
riferimento a questa particolare configurazione, anche se in definitiva
quelli indicati sono tutti sistemi molto simili dal punto di vista
applicativo.
I filtri a fibre tessili sono estremamente diffusi perchè
offrono il vantaggio di abbinare un’alta efficienza ad un’azione
di depurazione in genere indipendente dalla composizione chimica
del particolato. Le poche limitazioni al loro impiego si manifestano
quando nel flusso contaminato sono presenti delle polveri adesive
oppure del liquido che non si può eliminare; in questi
casi, infatti, sulla superficie del filtro si possono formare
delle incrostazioni che vanno ad ostruire il passaggio dell’aria
e quindi la filtrazione. Allo stesso modo possono insorgere problemi
quando si ha a che fare con polveri, gas e vapori combustibili
o potenzialmente esplosivi per cui risulta preferibile l’utilizzo
di altri sistemi di abbattimento, come i sistemi ad umido.
Nella
filtrazione tessile l’efficienza nella cattura delle polveri
è variabile nel tempo a causa della stessa natura del filtro,
per cui solitamente si preferisce valutare le varie prestazioni
sulla base della concentrazione delle polveri in uscita; in ogni
caso l’efficienza è sempre molto alta, supera il
99% e spesso raggiunge il 99,9%. Questo alto rendimento è
possibile perché nell’abbattimento entrano in gioco
vari fattori: ad un’azione di setaccio data dalla presenza
delle fibre si aggiungono un effetto di sbarramento, un’interazione
di natura elettrostatica ed un effetto di inerzia dovuto alla
deviazione ed al rallentamento del flusso d’aria; la cattura
del particolato di minori dimensioni è anche facilitata
dal continuo moto browniano a cui sono soggette le particelle.
Da notare che la stessa deposizione delle polveri sul materiale
filtrante favorisce l’ulteriore cattura di altro particolato
aerodisperso in quanto aumenta drasticamente l’azione del
vaglio; in pratica tanto più il filtro è sporco,
tanto più aumenta l’efficienza di abbattimento.
Per mantenere la caduta di pressione entro limiti ragionevoli,
è comunque necessario effettuare una periodica pulizia
del filtro.
Sulla base dei metodi utilizzati per rimuovere il deposito di
polveri sugli elementi filtranti si distinguono essenzialmente
tre diversi dispositivi di abbattimento:
i filtri con pulizia a scuotimento;
i filtri con pulizia ad inversione di flusso;
i filtri con pulizia a getto d’aria compressa.
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