inquinamento dell'aria
info
   
home page
inquinamento dell'aria
inquinamento indoor
inq. principali
monitoraggio inquinanti
sistemi di abbattimento
piogge acide
effetto serra
smog fotochimico
mappa del sito
glossario
Forum di discussione
normativa
libri sull'inquinamento dell'aria
aziende del settore
principi di tossicologia
 
 

Effetti del buco dell'ozono sull'ambiente


La presenza di una graduale diminuzione dell’ozono stratosferico comporta inevitabili danni anche a carico della fauna e della flora, anche se l’assorbimento delle radiazioni UV varia molto da un organismo ad un altro. Dato che la riduzione maggiore è presente, per il momento, in aree pressochè disabitate, gli effetti non sono ancora particolarmente gravi, almeno per gli animali superiori. Questi effetti si possono comunque sempre ricondurre all’azione dei raggi UV e più specificamente ai raggi UV-B.
Diversi organismi viventi hanno sviluppato particolari meccanismi di protezione dall’azione dei raggi UV-B: limitano la loro esposizione (alcuni organismi acquatici fermano la loro attività verso metà giornata, quando l’azione dei raggi UV è più intensa); alcuni si proteggono con dei pigmenti; altri possiedono dei meccanismi di riparazione del DNA o riparano i tessuti danneggiati (dalle scottature). In ogni caso, per la maggior parte degli organismi questi meccanismi diventano insufficienti quando aumentano i livelli di irradiazione UV-B.
Dato che queste radiazioni vengono assorbite da pochi strati di cellule (logicamente quelle più superficiali), gli organismi di dimensioni maggiori sono più protetti degli esseri più piccoli, come quelli unicellulari. In effetti gli organismi marini che costituiscono il fitoplancton e lo zooplancton e che giocano un ruolo cruciale nella catena alimentare marina, sono estremamente sensibili. Sulla base di alcune ricerche sembra che diverse specie di plancton siano al limite della massima tolleranza nei confronti delle radiazioni UV. Così, anche un piccolo aumento nei livelli degli UV-B potrebbe comportare un cambiamento estremamente negativo nella varietà e nella quantità degli organismi presenti nelle acque superficiali e di conseguenza, avere ripercussioni su tutta la comunità presente nelle acque.
Sulle piante le radiazioni UV comportano in genere un rallentamento della crescita a causa di un effetto limitante nella crescita della superficie fogliare e quindi dell’area deputata alla cattura dell’energia solare. In piante irradiate da raggi UV si verifica sempre un decadimento generale ed una riduzione nel peso secco. In ogni caso, non sono comunque disponibili delle informazioni scientifiche accurate sugli effetti causati dai raggi UV per tutti gli ecosistemi vegetali, in quanto finora sono stati studiati accuratamente solamente gli effetti su foreste temperate, praterie, tundra, zone alpine e soprattutto aree coltivate. Sulla base di questi studi sono state formulate diverse previsioni negative: tanto per fare un esempio, si ritiene che ad una diminuzione del 25% della concentrazione dell’ozono stratosferico corrisponda una percentuale equivalente di riduzione nella resa della soia.
Bisogna sottolineare, però, che la maggior parte degli studi fanno riferimento a pochi esemplari coltivati in serra, e diverse ricerche indicano che almeno i due terzi delle piante presentano diversi gradi di resistenza all’azione dei raggi ultravioletti; inoltre molte specie selvatiche presentano una resistenza maggiore ai raggi UV-B delle corrispondenti specie coltivate.
   
il fenomeno
l'ozono stratosferico
variazioni quantitative
gli inquinanti implicati
la distruzione dell'ozono
effetti sull'uomo
 
 
buco dell'ozono