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Diffusione delle piogge acide
A partire dalla Rivoluzione industriale le quantità di
anidride solforosa e di ossidi di azoto riversate nell’aria
sono aumentate a dismisura per effetto del crescente consumo dei
combustibili fossili, in un processo che ha subito una netta impennata
nel corso degli ultimi decenni. Tutto ciò ha causato un
aumento corrispondente del fenomeno delle piogge acide, sia come
precipitazioni che come deposizioni secche.
In genere, la maggior parte dei composti a base di zolfo si deposita
entro 2-4 giorni dall'emissione. Le maggiori deposizioni si verificano
nelle regioni che presentano le emissioni più abbondanti
e sono dovute in prevalenza ai depositi secchi di SO2.
Alti tassi di deposizioni di composti solforati hanno luogo anche
nelle regioni caratterizzate da elevate precipitazioni, come le
aree costiere e montuose.
Gli ossidi di azoto tendono a restare più a lungo nell'atmosfera
per cui vicino alle fonti di emissione si depositano quantità
relativamente inferiori.
Per quanto riguarda le precipitazioni a livello globale, le nazioni
più colpite sono quelle sulle quali, per effetto dei venti
dominanti, si scaricano le nubi acide prodotte anche in altri
paesi. Il problema è particolarmente grave per il Canada
che riceve le piogge acide statunitensi, mentre in Europa le nazioni
più colpite sono quelle scandinave. In queste aree l’abbassamento
del pH in migliaia di laghi ha provocato la scomparsa di numerose
specie animali e vegetali. In Germania più dell’8%
dell’intero patrimonio boschivo è stato gravemente
danneggiato, se non compromesso. In Italia l’azione delle
piogge acide viene in parte tamponata dalla particolare costituzione
geologica del terreno per cui non si raggiungono gli effetti drammatici
che si possono rilevare negli altri paesi europei, il fenomeno
interessa quasi esclusivamente la zona della pianura padana.
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